Death Valley, il deserto infuocato

Visitare la Death Valley significa attraversare un paesaggio estremamente vario, percorrendo un bacino desertico racchiuso da una massiccia catena montuosa, con temperature estreme che in estate possono facilmente raggiungere i 50° gradi all’ombra mentre in inverno possono scendere la notte sotto lo zero.
Nessun nome può essere più appropriato: fin dal 1850 molte persone furono spinte in questo spazio inospitale alla ricerca dell’oro, finendo l’avventura dopo aver cercato di superare le fatali barriere rappresentate dalle montagne.
Le rocce più antiche si sono formate circa 1,8 miliardi di anni fa e nel corso dei secoli l’acqua e il vento hanno scolpito e dipinto un paesaggio lunare, creando un museo geologico naturale. Azione erosiva che prosegue incessantemente, rimodellando continuamente la superficie mentre il fondovalle continua ad abbassarsi.
In estate, scalare le dune di Stovepipe è un’impresa da compiere esclusivamente all’alba, quando la temperatura si aggira “solo” sui 35 gradi. Il sole a quest’ora illumina dolcemente il profilo delle dune con la classica configurazione a mezzaluna e la vista sull’intera aerea diventa surreale. Più agevole raggiungere gli altri luoghi, come il punto più basso della valle a Badwater, 86 metri sotto al livello del mare, dove sembra iniziare una pista bianchissima. Non è sabbia, ma sale del mare che una volta copriva questo deserto, rimasto poi isolato dall’innalzamento delle montagne ed inevitabilmente prosciugato.
Il vicino Devil’s Golf Course è una distesa di guglie di sale cristallizzato con sedimenti profondi 300 metri, mentre Artist Drive è una strada impressionante che attraversa una montagna costituita da minerali multicolore. Le rocce assumono svariate tonalità, dal giallo al rosa, dal verde al marrone e viene detta appunto Artist’s Palette, la tavolozza degli artisti.
Lo sconfinato parco vanta addirittura un castello, l’originale Scotty’s Castle ed un antico cratere vulcanico, l’Ubehebe Crater, profondo oltre 200 metri. Dopo una pausa nell’oasi di Furnace Creek, con il museo ed un rigoglioso palmeto, si è pronti per la vista più indimenticabile: è quella offerta da Zabriskie Point su colline giallastre che cambiano continuamente colore dopo il sorgere del sole.
E’ qui che la natura ha plasmato nel corso dei secoli il suo capolavoro.